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Impronta idrica: strategie per ridurre il consumo

26 giugno 2025

Cos’è l'impronta Idrica e come ridurla con tecniche di risparmio e riutilizzo

Si sente spesso parlare di impronta idrica, del fatto che sia importante ridurla per diminuire l’impatto delle nostre scelte sul pianeta e garantire un futuro migliore al nostro ambiente. Ma di cosa si tratta precisamente? Come si calcola, e cosa si può fare per ridurla?

L’impronta idrica rappresenta la quantità delle risorse idriche che vengono utilizzate (da un paese, da una città, da un continente, o anche a livello globale) per produrre beni e servizi consumati dalla popolazione. Molto semplicisticamente, è tutta l’acqua che usiamo.


Nell’articolo cerchiamo di capire più da vicino come si calcola e quali strategie e tecnologie si possono mettere in atto per ridurre sprechi e consumi.

 

Cos'è l'impronta idrica?

Come dicevamo, l'impronta idrica consiste nel volume totale di acqua dolce utilizzata per produrre beni e servizi. Questo indicatore si suddivide in tre componenti principali:

  • Impronta idrica blu: l'acqua prelevata da fonti superficiali o sotterranee.
  • Impronta idrica verde: l'acqua piovana immagazzinata nel suolo e utilizzata dalle piante.
  • Impronta idrica grigia: l'acqua necessaria per diluire gli inquinanti e riportare la qualità dell'acqua agli standard ambientali.

Come si legge anche sul sito della Commissione Europea, “siamo abituati a pensare che l’acqua che consumiamo sia solo quella che esce dai rubinetti delle nostre case, ma non teniamo conto dell’acqua che non si consuma direttamente. Il consumo indiretto dell’acqua è necessario per produrre un prodotto o un servizio, come ad esempio il cibo che mangiamo o un abito che compriamo. Quest’acqua è definita acqua virtuale ed è pari al volume totale di acqua necessaria per produrre e trasformare un bene o servizio. L’impronta idrica di una persona può quindi essere vista da due prospettive, diretta e indiretta, calcolata per tutti i beni e i servizi che vengono consumati dalle persone che vivono in un Paese.”

Da questo punto di vista, come si evidenzia sempre sul sito della Commissione, “i cittadini europei hanno un’impronta idrica molto alta, non solo per la quantità di prodotti consumati, rispetto ai paesi in via di sviluppo, ma anche perché consumano un’acqua che non risiede in Europa. La maggior parte dell’acqua che consumiamo si trova nei prodotti provenienti da diversi continenti”, quelli, ad esempio, da cui provengono le merci che importiamo e consumiamo.

La water footprint si misura in volume d’acqua per unità di tempo, tendenzialmente in metri cubi all’anno (m3/anno).

E l’Italia? Come riporta a2a, “l’Italia è al primo posto tra i Paesi Ue per la quantità, in valore assoluto, di acqua dolce prelevata per uso potabile da corpi idrici superficiali o sotterranei”. Ne abbiamo molta a disposizione, e ne usiamo molta: “in Italia in media ciascuno di noi utilizza 422 litri di acqua al giorno, per un totale di oltre 25,1 milioni di metri cubi su tutto il territorio nazionale”.

Un esempio del fatto che non conta solo l’acqua consumata direttamente ma anche quella indiretta, nel calcolo dell’impronta idrica, è dato dall’esempio italiano. Come riporta Legambiente, noi preleviamo 33 miliardi di m3/anno; a causa di un 22% di perdite nella rete, ne consumiamo circa 26 miliardi. La nostra impronta idrica, però, è ben diversa: “circa 130 miliardi di m³ all’anno – una delle più alte d’Europa – di cui il 60% è relativo all’acqua utilizzata per prodotti o ingredienti importati dall’estero”. 

Lo si capisce facilmente pensando che per produrre un chilo di formaggio possono servire fino a 3000 litri d’acqua; 1710 litri per un chilo di pasta, 13 litri per un pomodoro. 

 

Perché è importante ridurre l'impronta idrica?

Con consumi di questo genere, e una popolazione mondiale in aumento, è chiaro perché occorre ridurre la propria impronta idrica.

L'acqua è una risorsa limitata, e il suo utilizzo indiscriminato porta a stress idrico e impatti ambientali significativi. In ambito industriale, il consumo idrico è elevato e spesso inefficiente. 

Ridurre l'impronta idrica significa contribuire alla sostenibilità ambientale, abbattere i costi e, per il proprio business, migliorare la reputazione aziendale. Inoltre, sempre più regolamenti governativi impongono limiti stringenti sull’uso e il trattamento delle acque industriali, rendendo necessario un adeguamento alle normative per evitare sanzioni e migliorare la competitività sul mercato.

 

Tecnologie di risparmio idrico in ambito industriale

Se guardiamo all’ambito industriale (o a quello agricolo), dove spesso si utilizzano grandi quantità di acqua e risorse idriche, sono molte le soluzioni che si possono mettere in campo per ridurre l’uso di acqua “nuova”, depurare e riutilizzare quella impiegata nei vari processi. L'industria può infatti adottare diverse strategie per ottimizzare l’uso dell’acqua:

  • Sensori e sistemi di monitoraggio: l'uso di tecnologie IoT consente di identificare sprechi e ottimizzare il consumo idrico. I sensori avanzati permettono di rilevare perdite e anomalie nei processi, riducendo così gli sprechi.
  • Processi di produzione a ciclo chiuso: permettono di riutilizzare l'acqua all'interno del ciclo produttivo riducendo il prelievo da fonti esterne e minimizzando gli impatti ambientali.
  • Raccolta e riutilizzo delle acque meteoriche: impiegare l’acqua piovana per processi industriali riduce la dipendenza da fonti convenzionali e consente un notevole risparmio economico.
  • Uso di acque reflue trattate: impianti di depurazione avanzati, come quelli proposti da IDRO Group, consentono il recupero e il riutilizzo delle acque reflue industriali, migliorando l’efficienza e riducendo la domanda di acqua potabile. L'implementazione di impianti di purificazione consente di reintrodurre l'acqua nel ciclo produttivo, riducendo l’impatto ambientale e abbassando i costi operativi.
  • Tecnologie di filtrazione e desalinizzazione: sistemi a osmosi inversa e filtri a membrana migliorano la qualità dell’acqua e ne permettono il riutilizzo, consentendo di recuperare risorse idriche da fonti non convenzionali.
  • Utilizzo di tecnologie di biofiltrazione: l’impiego di microrganismi e sistemi di fitodepurazione aiuta a migliorare la qualità dell’acqua trattata, rendendola nuovamente utilizzabile per scopi industriali.
  • Automazione e ottimizzazione dei processi: software di gestione avanzati permettono di calibrare l’uso dell’acqua in base alle reali necessità produttive, riducendo sprechi e migliorando l’efficienza operativa.

 

L'Impronta Idrica in ambito domestico e civile

Oltre al settore industriale, anche le abitazioni private e le attività quotidiane hanno un impatto significativo sull'impronta idrica. Il consumo domestico di acqua include l’uso per bere, cucinare, lavarsi, pulire e irrigare giardini. Tuttavia, molte di queste attività possono essere ottimizzate per ridurre gli sprechi tramite semplici strategie e buone abitudini quotidiane:

  • Installazione di dispositivi a basso consumo: rubinetti con riduttori di flusso, docce a risparmio idrico e WC con doppio scarico possono diminuire il consumo d’acqua fino al 50%.
  • Recupero dell’acqua piovana: serbatoi per raccogliere l’acqua piovana permettono di utilizzarla per irrigare il giardino o per gli scarichi dei servizi igienici.
  • Uso consapevole dell’acqua: piccoli accorgimenti come chiudere il rubinetto mentre ci si lava i denti, utilizzare lavastoviglie e lavatrici a pieno carico e preferire docce brevi ai bagni riducono significativamente il consumo idrico.
  • Preferire cibi freschi e non raffinati: di solito gli alimenti di origine industriale vengono prodotti con un alto quantitativo di acqua. I cibi freschi come frutta e verdura, invece, hanno bisogno solo di acqua per la crescita. Anche diminuire il consumo di carne e bere acqua del rubinetto, aiuta a ridurre i consumi.
  • Riutilizzo dell’acqua domestica: l’acqua utilizzata per lavare frutta e verdura può essere impiegata per annaffiare le piante, mentre le acque grigie provenienti da docce e lavandini possono essere trattate e riutilizzate per scopi non potabili.
  • Riduzione delle perdite: controllare periodicamente gli impianti idraulici per individuare eventuali perdite e ripararle tempestivamente può evitare grandi sprechi di acqua.

 

L’impegno di IDRO Group una migliore gestione delle risorse idriche

Ridurre l’impronta idrica è una necessità sempre più impellente per le industrie e per le abitazioni private. L’adozione di tecnologie innovative e strategie di riutilizzo dell’acqua non solo porta benefici ambientali ma garantisce anche vantaggi economici. 

Investire in soluzioni di risparmio idrico è una scelta vincente per un futuro più sostenibile. Inoltre, sensibilizzare i dipendenti, le famiglie e le comunità locali sull’importanza della gestione responsabile dell’acqua può rafforzare l’impegno collettivo verso la sostenibilità e migliorare l’impatto ambientale complessivo.

IDRO Group si impegna continuamente per incentivare un uso sostenibile dell'acqua, mediante lo sviluppo e l'implementazione di tecnologie innovative ed efficienti, e la promozione di pratiche di gestione sostenibile

L’azienda supporta iniziative pubbliche e private, collaborando con aziende ed enti per promuovere una consapevolezza e un impegno concreti verso la salvaguardia di questa risorsa indispensabile. IDRO Group ha scelto di lavorare per ottimizzare la gestione dell’acqua utilizzata, come testimonia l’adesione all’UN Global Compact e la Certificazione ESG.

E poi naturalmente c’è il core business di IDRO Group, la progettazione e realizzazione di soluzioni efficaci e personalizzate per il trattamento e la gestione delle acque, tramite sistemi e impianti all’avanguardia che permettono di ottimizzare il consumo idrico e ridurre l’impatto ambientale.
Contatta IDRO Group e scopri la soluzione più adatta alle tue esigenze, per iniziare a ridurre fin da subito l’impronta idrica della tua azienda e dei tuoi processi. Un futuro più sostenibile è possibile, e inizia oggi.

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